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Che fine ha fatto la Mba Giovanni? Cosa (non) sappiamo sul cargo bloccato dalla Cina

Nonostante si parlasse di contatti Roma-Pechino per sbloccare la vicenda che dura da mesi, la nave italiana carica di carbone è ancora bloccata dalle autorità cinesi

Secondo le più recenti informazioni il destino della “Mba Giovanni”, il mercantile napoletano bloccato della Cina a venti miglia dal porto cinese di Huangua, era stato discusso in un vertice Italia-Cina ed era stato istruito il percorso per sbloccare la pratica attraverso l’ambasciata italiana a Pechino. Questo stando agli aggiornamenti di qualche giorno fa, ma ad oggi – sulla base delle informazioni arrivate discretamente a Formiche.net – non risulta alcuna novità alle autorità marittime italiane che supervisionano la questione da tempo. La nave resta alla fonda, i marinai sostanzialmente prigionieri delle regole anti-Covid cinesi che non permettono il cambio di equipaggio (e lo sbarco dei marittimi che sono all’interno dell’imbarcazioni tutti da oltre dodici mesi).

L’armatore della nave, sul Mattino, ha sollevato la questione sul piano politico insistendo riguardo la necessità che sia il governo italiano a sbloccare la vicenda, e alludendo al fatto che Roma si stia comportando debolmente per non alterare le relazioni con Pechino. Si stima che in questo momento ci siano circa 400mila marinai in giro per il mondo bloccati sulle loro navi, in attesa di sostituzione di equipaggio e logorati che in molti casi – come quello della Mba Giovanni – viola i limiti del diritto internazionale. Ma la vicenda del cargo napoletano, che deve scaricare in Cina carbone caricato in Australia, ha un valore particolare perché si somma a quella degli altri pescatori siciliani sotto sequestro in Libia dal primo settembre, dopo esser stati catturati dalle unità ribelli dell’Est. Vicenda su cui il governo ancora non riesce a trovare una quadra, nonostante l’impegno della Farnesina e su cui le opposizioni fanno il loro gioco di pressione.

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