NICOLA BIANCHI
Cronaca

Ferrara, uccide il padre sulla sedia a rotelle. "Sentivo le voci nella testa"

L’uomo è morto dopo due mesi d’agonia. Cambia l’imputazione. Rifiuta ricovero e accoltella il padre «Sentivo delle voci dentro di me»

Tentato omicidio in via della Siepe: la mamma sale sull'ambulanza (foto Businesspress)

Tentato omicidio in via della Siepe: la mamma sale sull'ambulanza (foto Businesspress)

Ferrara, 9 giugno 2017 - L’ha accoltellato perché nella sua testa c’era quella voce che rimbombava e che continuava a gridarle di punire il padre. «Fallo e avrai una vita migliore». Un colpo secco, con la lama appuntita dell’arnese strappato dalla cucina, che ha costretto all’ospedale Gianfranco Frighi, 77 anni, per oltre due mesi in condizioni molto serie. Fino all’altro pomeriggio quando il suo cuore ha smesso di battere. E da quel momento le accuse contro la figlia, Anna di 43 anni, sono maledettamente cambiate: ristretta in regime di custodia cautelare nel reparto di Psichiatria del Sant’Anna, ora dovrà rispondere non più di tentato omicidio, bensì di omicidio. Un cambio di imputazione rubricato dal pm Stefano Longhi nell’immediatezza del decesso del pensionato, invalido al 100%, e costretto su una sedia a rotelle. Il magistrato ha già disposto l’autopsia per accertarne causa, mezzi e tempi della morte, conferendo oggi stesso l’incarico al medico legale Stefano Malaguti.

Via della Siepe. Quella sera del 28 marzo iniziò tutto. Anna era in casa con il padre e la madre Mirka Zucchini, in via della Siepe 24, interno 5. Una palazzina color mattone dove la gente è riservata. Quella stessa gente che, d’improvviso, poco prima dell’ora di cena, venne sbalzata dalla sedia di soprassalto per via delle grida di Mirka Zucchini seguite da quelle della figlia. «Ha accoltellato Gianfranco, ha accoltellato Gianfranco. Aiutatemi...». Il primo ad intervenire fu un vicino il quale si trovò davanti l’inferno: il capofamiglia con un coltello piantato in pancia e in una pozza di sangue, la moglie muta e in stato di choc, la figlia in trance, incapace di rendersi conto di quello che aveva appena compiuto. La mattina stessa, Anna e la madre erano state in ospedale per un fortissimo stress della prima. Il medico le consigliò un ricovero, ma la 43enne rifiutò dicendo che non ne aveva bisogno. La sera poi la tragedia.

In un primo momento le ferite all’addome riportate da Gianfranco Frighi, seppur gravi, non sembravano preoccupare più del dovuto ma giorno dopo giorno le condizioni si sono aggravate fino alla morte di due giorni fa.

L’arresto. Alla polizia, subito, la donna aveva chiaramente parlato del motivo del suo gesto: «Ho sentito una voce dentro di me – riferì al momento dell’arresto – che mi chiedeva di accoltellare mio padre, massacrare mia madre per avere così una vita serena, fatta di viaggi e aiuto per il prossimo». Versione ripetuta nell’aula del gip Silvia Marini l’indomani per l’interrogatorio di garanzia: «Sentivo quella voce ma non ho capito ciò che stavo facendo. Non volevo ucciderlo». La difesa (gli avvocati Giacomo Forlani e Sabina Rutigliano) i primi di aprile ha richiesto una perizia psichiatrica, gli esiti sono attesi nei prossimi giorni. Pagine che avranno immenso valore per il destino giudiziario della donna.